Fino a non molti anni fa i nomi Algebra e Geometria allontanavano gli studiosi di queste scienze esasperandoli; i termini barbari di cui esse sono irte oggi non sgomentano più: si studiano, si capiscono, si applicano e l’onore ha preso il posto dell’avversione e del disprezzo che si aveva per esse.
La Filosofia Ermetica, piena di enigmi, di termini allegorici e strani di cui pochissime persone capiscono il significato, è contrariata dalla maggioranza degli uomini, più o meno dotti, e quindi manca della considerazione dovuta.
Lo studio della Scienza Ermetica è sicuramente molto impegnativo ed è difficile, a volte impossibile, comprendere le continue Metafore che ingannano coloro che s’illudono di capire, alla prima lettura, gli argomenti esposti. Tutti gli Autori, sempre, nei loro scritti avvisano che una scienza simile non può essere trattata chiaramente come le altre ed essi ne fanno un mistero che avvolgono sotto nuovi veli, anziché liberarlo: si raccomandano continuamente di non prendere i loro scritti alla lettera, di studiare le leggi e i procedimenti della natura, di confrontare le operazioni delle quali parlano con quelle che le sono proprie e di accettare soltanto quelle che lo studioso riscontrerà conformi.
I Filosofi Ermetici Alchimisti hanno aggiunto alle Metafore, gli Emblemi, i Geroglifici, le Favole e le Allegorie e con questo mezzo si sono resi intelligibili solo a coloro che un tenace lavoro ed un lungo studio hanno iniziati ai loro misteri. Gli altri, quelli che non hanno voluto compiere gli sforzi necessari per spiegarli o che ne hanno fatti senza risultati, hanno nascosto la loro ignoranza sotto il riparo della negazione di questa sublime scienza, hanno ostentato il disprezzo e l’hanno definita chimerica e un contesto di parole.
L’ambizione e l’amore per le ricchezze è l’unica motivazione che giustifica la quasi totalità di coloro che lavorano per la conoscenza dei procedimenti di questa scienza con la prospettiva di ammucchiare oro e argento e poterne godere in florida salute: perciò si affrettano, corrono per raggiungere lo scopo, battono la prima via che sembra condurli più prontamente, senza darsi la pena d’istruirsi sufficientemente nel vero cammino da percorrere e per mezzo del quale si perviene veramente alla realizzazione. Ma di ben altra ed elevata natura deve essere lo stimolo che spinge i discepoli allo studio della Grande Arte: amore verso Dio, abnegazione, umiltà, sottile spirito di penetrazione e tanta, tanta pazienza. L’arte Ermetica o l’Alchimia, dicono i Filosofi, è un mistero nascosto a coloro che troppo si fidano del loro sapere; è un dono di Dio che guarda con occhio benevolo e propizio gli umili che lo temono e che ripongono in Lui tutta la fiducia e che come Salomone invocano questa saggezza che ha alla sua destra la salute ed alla sua sinistra le ricchezze: sapienza che i veri Filosofi preferiscono su tutte le cose di questo mondo sublunare, dato che essa è l’albero di vita per coloro che la possiedono. Essi dicono che quantunque la Grande Opera sia una cosa naturale tanto per la materia che s’impiega quanto per le operazioni che si eseguono, nondimeno vi si verificano cose così sorprendenti da manifestarne la Saggezza e la Gloria molto al di sopra dell’umana intelligenza e sono capite solo da coloro ai quali Dio si degna di aprire gli occhi. Prova evidente di questa verità sono i cosiddetti Soffiatori, dai quali i Saggi avvertono di non lasciarsi incantare, che malgrado la loro sagacia nella mano d’opera, malgrado tutta la loro pretesa scienza della Natura perdono le loro fatiche, il loro denaro e spesso la loro stessa salute nella ricerca di questo inestimabile tesoro. Con i loro indefessi lavori forzano la Natura a scoprire loro qualcuno dei suoi segreti; malgrado tutta la loro attenzione nello spiare i suoi processi, nell’analizzare le sue produzioni, per sorprenderla sul fatto, quasi sempre falliscono poiché sono tiranni di questa Natura e non suoi perfetti imitatori. In luogo di seguire le vie naturali semplici, rette e lisce con i loro sistemi analitici impiantano fornelli sublimatori, calcinatori, distillatori; adoperano una infinità di vasi e di crogiuoli che la semplicità della Natura ignora; sono ricorsi al cosiddetto fratricida, cioè il fuoco naturale: ma con l’impiego di processi così violenti, come possono riuscire?
Se vogliamo prestare fede al Presidente D’Espagnet (Arcano Ermetico, Canone 6): «I Chimici volgari si sono abituati senza accorgersi, ad allontanarsi dalla via semplice della Natura, impiegando le loro sublimazioni, distillazioni, soluzioni, congelazioni, coagulazioni con le diverse estrazioni di spiriti e di tinture e con una quantità d’altre operazioni basate sul sagace cavillo anziché sull’utilità: così sono caduti in una sequela di errori generati gli uni dagli altri e divenuti i carnefici di questa Natura. Con la loro penetrativa troppo elaborata, non aprendo gli occhi interiori alla luce della verità per fissare le vie della Natura, le hanno impedito di giungere fino ad essi: perciò se ne sono da essa, allontanati. La sola loro speranza è una guida fedele, che dissipi le tenebre e faccia vedere il Sole in tutta la sua purezza».
Tutti i veri Adepti parlano sullo stesso tono e affermano che senza prendersi tanti fastidi, senza usare tanti vasi, senza consumare tanti carboni e sprecare i propri denari e la propria salute, si può operare di concerto con la Natura, la quale assistita, si presterà ai desideri dell’Artista che da Essa imparerà a non distruggere i corpi che produce, ma come e con che li compone ed in cosa questi si risolvono. Essa mostrerà loro questa materia, questo caos che l’Essere Supremo ha sviluppato per formare l’Universo: vedranno la Natura come in uno specchio, il riflesso della quale manifesterà l’infinita saggezza del Creatore che la dirige e la guida in tutte le sue operazioni attraverso una via semplice ed unica, che costituisce il Mistero della Grande Opera.
I Filosofi Ermetici si differenziano assolutamente dai Filosofi o Fisici comuni. Questi ultimi non posseggono un sistema già affermato: un nuovo sistema sorge e si conferma, ma ciò si svolge sulle rovine di quello che lo ha preceduto e sussiste sino a che un altro lo sostituisce.
Al contrario i Filosofi Ermetici sono tutti d’accordo fra di loro, colui che scrisse cento anni fa parla come chi visse duemila anni addietro e un loro assioma è: quod ubique, quod ab omnibus, et quod semper creditum est, id firmissime credendum puta (quello che in ogni luogo, da tutti, e sempre è stato creduto, ritieni doversi credere molto fermamente). E aggiungono di osservare, leggere, meditare sopra le cose che sono state insegnate in tutti i tempi e da tutti i filosofi perché la verità è contenuta in quei passi scritti in cui tutti concordano.
Allora se questa Scienza Ermetica ha una concreta realizzazione, se è giusto prestar fede alle cose ammirabili che i Filosofi ci riferiscono, perché attualmente è tanto discreditata e anche infamata? Il motivo è che la pratica alchemica non è mai stata insegnata chiaramente: abbiamo già detto che tutti gli Autori l’hanno fatto sotto il velo dei Geroglifici, degli Enigmi, delle Allegorie e delle Favole e molti di coloro che hanno voluto studiarli, ordinariamente, sono stati tratti in inganno. Una parte di questi ricercatori, gli stupidi vanagloriosi, ha dato origine ai già menzionati Soffiatori, specie di Setta, che hanno introdotto una Falsa Nuova Arte Alchemica e si sono illusi che solo la loro fosse quella reale ed hanno ingannato e continuano ad ingannare chi, a volte in buona fede, li segue. Alcuni di loro abilissimi nel concatenare i loro principi, altri estremamente destri nella pratica e particolarmente nelle manipolazioni richieste per la riuscita di alcune operazioni, si sono alleati, in maniera subdola, contro la Chimica Ermetica scrivendo in maniera più chiara e più alla portata di tutti (spesso utilizzando nomi di illustri Ermetisti); essi giustificano le loro idee con argomenti d’apparenza: a forza di fare mescolanze con diverse materie, molteplici elementi e altrettanti coefficienti, manipolando alla cieca e per loro comodità di azione e reazione hanno creato mostruosità sia fisiche che morali e hanno preso per base e fondamento lo stesso caso che le ha prodotte.
I Filosofi Alchimisti sono tutti d’accordo nel dichiarare che la materia di quest’Arte è una sola con al massimo dei coefficienti, di vile prezzo e che non costa niente, che il fuoco per lavorarla non costa di più; che occorre un solo vaso o al massimo due per tutto lo sviluppo dell’Opera: queste affermazioni dovrebbero essere il segno infallibile che ci fa distinguere un Adepto da un Soffiatore che utilizza ogni sorta di materie indifferentemente. Il Presidente D’Espagnet, nella sua Opera già citata, Canone 35, dice: «L’opera Filosofica richiede più tempo e lavoro che spese, perché deve sostenerne pochissime colui che già possiede la materia richiesta».
I Saggi spiegano la differenza sostanziale tra la Chimica Volgare (intesa nel senso iniziatico) e la Chimica Ermetica o Alchimia: la prima è propriamente l’Arte di distruggere i composti prodotti della Natura; la seconda è l’Arte di lavorare in comunità con la Natura per perfezionarli. La prima utilizza il Tiranno furioso e distruttore della Natura: la seconda si serve del suo agente dolce e benigno.
La Filosofia Ermetica prende per materia del suo lavoro i principi secondari o principiati delle cose, per condurli a quella perfezione della quale sono suscettibili adoperando mezzi e processi conformi a quelli della Natura. La Chimica volgare prende i misti già pervenuti al punto di loro perfezione e li decompone e li distrugge.
Il presente scritto dovrebbe determinare una buona impressione sugli animi umani che hanno l’intenzione di intraprendere lo studio della Filosofia Ermetica e la pratica della Grande Arte Alchemica, ma anche a metterli in guardia rispetto agli Ingannatori, Soffiatori, arroganti e pieni solo della loro inconsistenza, pseudo-Maestri e uomini falliti dal punto di vista iniziatico.
Per concludere, le parole di un grande Alchimista: «con un ingegno acuto, un carattere fermo e paziente, un’ardente brama della Filosofia, una completa conoscenza della vera Fisica, un cuore puro, integri costumi, un sincero amore di Dio e del prossimo, qualsiasi uomo, per quanto ignorante sia di Chimica Volgare, può fiduciosamente accingersi a divenire Filosofo della Natura».
Eiael
(fonte: http://www.facebook.com/?ref=logo#!/notes/athena-sophia/la-filosofia-ermetica-wwwaccademiahermeticagiulianokremmerznet-la-filosofia-erme/142256472479859)
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiElimina«...con un ingegno acuto, un carattere fermo e paziente, un’ardente brama della Filosofia, una completa conoscenza della vera Fisica, un cuore puro, integri costumi, un sincero amore di Dio e del prossimo, qualsiasi uomo, per quanto ignorante sia di Chimica Volgare, può fiduciosamente accingersi a divenire Filosofo della Natura».
RispondiEliminaMa sì, dopo aver indagato per molto tempo le cose mondane ed aver imposto alle mie ricerche una ferrea disciplina sia ideologica che pragmatica, posso pensare d'intraprendere una via di cui spesso ho sentito raccontare, ma che non ho mai intrapreso.